23.2.13




Vieni tu, ultimo, ch'io riconosco,
nelle fibre del corpo insanabile dolore:
come arsi nello spirito, ecco ardo
in te; a lungo il legno ha rifiutato
di assentire alla fiamma che tu attizzi,
ma ora io ti alimento e ardo in te.
La mia mitezza di qui, alla tua rabbia,
si fa rabbia d'inferno, non di qui.
Puro ormai da progetto e da avvenire,
salii sull'alto rogo del soffrire, sicuro
che questo cuore vuoto di sostanza non vale
a comperare un lembo d'avvenire.
Sono ancora io che qui ardo irriconoscibile?
Ricordi non trascino in queste fiamme.
O vita, vita: Essere-fuori. Ed io
nella fiamma. Nessuno mi conosce.

[ Rinunzia. Non è come nell'infanzia la malattia. 
Un rimando. Un pretesto per crescere.
E sussurri e richiami da ogni parte.
Ciò che a quel tempo primo ti stupì, non mischiarlo
a questo che ora vivi]

Rainer Maria Rilke
(Abbozzi. Val-Mont, dicembre 1926. Ultima annotazione nell'ultimo diario)















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