17.10.17





"La prima condizione per essere un desesperanzado è la lucidità. 
A maggior lucidità corrisponde maggior disperanza e a maggior disperanza una maggiore possibilità di essere lucido. L'importanza di tale lucidità è che non si applica ingenuamente a proprio beneficio, perchè si correrebbe il rischio di fabbricarsi un'illusione, di sperare/attendere qualcosa. La precisazione è fondamentale, perchè "desesperanza" per Mutis non equivale a tristezza, amarezza, o depressione. Desesperanzado è colui che afferma la vita senza aspettarsi nulla da questa, che la presuppone senza maschere, senza trucchi, senza farsi illusioni, lasciando indietro ogni desiderio. Per lui la lucidità non puo' trasformarsi in una macchina di falsità personali. Al contrario: deve disvelare il mondo e mostrarlo in tutta la sua crudezza, in tutta la sua inutilità.

La seconda condizione e la terza sono strettamente legate. Si tratta della incomunicabilità e della solitudine. Il desesperanzado non può trasmettere ad altri l'attitudine che lo regge e lo governa, e probabilmente è proprio questa la ragione per cui molti vedono in lui un essere strano che prende la vita con indifferenza, o nel peggiore dei casi lo considerano un diverso o un delirante. Di conseguenza il desesperanzado è solo: solitudine che nasce da una parte per l'incomunicabilità, e dall'altra per l'impossibilità da parte dei più di stare accanto a chi vive, ama, crea e gode senza speranza.


La quarta e ultima condizione è in stretta relazione con la morte. il desesperanzado non ignora nè teme la morte, non cambia strada (negli atti e nelle decisioni) per cercare di schivarla. Sin dall'inizio la morte è stata assimilata come condizione inevitabile del cammino a seguire. Se in realtà non aspetta/spera nulla, non deve sperare nemmeno di restare vivo.

La disperanza mutisiana è ciò che permette ad un individuo di linee chiuse (con obiettivi, illusioni, che spera di giungere ad un punto determinato, con comportamenti prevedibili) di convertirsi in un viaggiatore dai vettori aperti, in una linea erratica, casuale. Esiste un equilibrio tra l'attitudine esteriore, spaziale, del viaggiatore e la sua attitudine interiore: le sue idee, i suoi affetti, le sue credenze. La disperanza mutisiana è un'energia che decodifica la vita, che la apre, ne ostacola organicità ristrette."








En 1965, en la casa del Lago de la Universidad Nacional Autónoma de México, Álvaro Mutis dictó una conferencia titulada La desesperanza. En ella, Mutis explica algunas de las características de una aventura que se presenta sobre todo en la literatura contemporánea. Sin duda, la desesperanza mutisiana esclarece ciertos elementos que definen el comportamiento de ciertos sujetos desarraigados que están siempre un paso más allá de las normas, de los códigos, de toda vigilancia por parte del sistema.

El texto completo: Libro al viento, exactamente Álvaro Mutis De Mis libros.

24.3.17





h e a v e n






























“Me ne vado per le strade, come l’asinello di San Fernando, un po’ a piedi e un po’ camminando. Talvolta mi riconosco negli altri.
Mi riconosco in quelli che resteranno, negli amici rifugi, pazzi belli di giustizia, creature alate della bellezza, e in tutti gli altri che insofferenti vagano per questi luoghi, e sempre vagheranno, come le stelle della notte e le onde del mare.  Allora quando mi riconosco in loro, io sono l’aria che impara a sapersi continuata nel vento.

Mi pare che sia stato Vallejo, a dire che talvolta il vento cambia aria. 


Quando non ci sarò più, ci sarà il vento, ci sarà sempre il vento.”


[Eduardo Galeano, L’aria e il vento]















12.11.16

Joan of Arc


























"And then she clearly understood
If he was fire, oh then she must be wood.
I saw her wince, I saw her cry,
I saw the glory in her eye.
Myself I long for love and light,
But must it come so cruel, and oh so bright?"